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Simona Saladino nasce a Palermo il 9 Agosto 1994. Studia presso il Liceo Artistico Giuseppe Damiani Almeyda di Palermo, dove nel 2011/2012 consegue il Diploma di Maestro d’Arte presso la sezione Architettura. Frequenta nel 2013/2014 il Corso di Pittura dell’Accademia di Belle Arti e di Restauro ABADIR di San Martino delle Scale, Monreale (PA). Successivamente si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Palermo conseguendo il Diploma Accademico di Primo Livello in Grafica d’Arte nell’A.A. 2017/2018 ed il Diploma Accademico di Secondo Livello in Grafica d’Arte nell’A.A. 2019/2020.
Durante gli studi accademici, nell’A.A. 2019/2020 è Cultore della Materia presso la Cattedra di Tecniche dell’Incisione 1-2-3, corso del Prof. Sandro Bracchitta; inoltre, collabora in qualità di tirocinante con l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma per cui svolge incarichi come Incisore Litografo, grafico ed organizzatore in relazione ad un ciclo di seminari disposti di concerto con l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Attualmente è cultore della Materia presso la Cattedra di Serigrafia (Biennio), Corso del Prof. Riccardo Mazzarino dall’A.A. 2020/2021.
Durante il percorso di studi presso la scuola di Grafica d’Arte dell’Accademia di Belle arti di Palermo, ha avuto l’opportunità di approfondire le tecniche incisorie dette “sperimentali” che, cioè, non rientrano nella sfera delle tecniche calcografiche ortodosse e mirano a risultati grafici fortemente pittorici. Tra queste tecniche, la collografia è stata quella più congeniale alle sue ricerche per via delle sue possibilità grafiche che sono pressoché infinite, poiché la tecnica permette di modellare i materiali sul supporto-matrice, di improntare elementi ed oggetti come in un frottage, di modulare i segni e i chiaroscuri.
Ha cominciato improntando foglie su diversi materiali; da qui è nato il suo primo progetto di tesi, dal titolo Folium, Relatore il Prof. Sandro Bracchitta, sviluppato in sette incisioni in cui le foglie sono poste al centro della rappresentazione, identificate con l’uomo: ne raccontano la relazione con la natura, la condizione vitale, lo stato emotivo. Compreso che si trattava di una mediazione iconografica e tecnica, il passo successivo è stato stampare l’uomo, con gli stessi metodi, esasperando la tecnica di realizzazione e di stampa. Oggi il suo progetto è Human, che è la trasposizione plastica di corpi umani ricoperti di pellicola per alimenti: impronte essenziali in cui l’impiego della pellicola cela l’individuo trasformandolo in un oggetto privo di specifiche fattezze, di individualità, mercificabile come la carne che acquistiamo al supermercato.