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Mascarucci Michela

 

 

Michela Mascarucci, classe 1991, nasce a Fossombrone e cresce a Fano, (Pesaro Urbino). Dopo il conseguimento nel 2014 del diploma accademico di I° Livello in Grafica D’arte, si specializza nel 2017 in Edizioni e Illustrazione per la Grafica d’Arte, presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. Si specializza ulteriormente nel 2018 a Firenze, frequentando il corso annuale in incisione e Stampa d’Arte presso la Fondazione Il Bisonte, scuola per lo studio dell’Arte Grafica. Attualmente vive e lavora a Firenze dove, dal 2021, è docente e tecnico di laboratorio presso la scuola di Grafica Il Bisonte, e dal 2019, responsabile di Tipografia curando edizioni e libri d’arte editi dalla Fondazione.
Nelle incisioni realizzate da Michela Mascarucci la realtà immaginata prende il sopravvento, ci si scorge addentrarsi, spersi, in sentieri che narrano visivamente un esperienza del mondo attraverso architetture interiori, dove i segni divengono vibrazioni di un fluire del tempo condensato e appannato. L’immagine si dà come insieme di lacerazioni e ferite, formando geografie di luci e ombre, emergendo dal contatto con una piccola parte di esistenza, nel viaggio delle sensazioni tra città ideali e irreali sconosciute, dove tutto va sempre instancabilmente reinterpretato, analizzato e sviscerato. Il tempo umano rallenta e lascia spazio alla luce sfaldatrice e ricostruttrice di spazi e forme, vera guida e compagna di viaggio: essa dialoga al di fuori delle strutture conosciute, in un rituale continuo, al fine di una presa di coscienza individuale all’interno in una società che vive sempre più connessa ma sempre più divisa, volta a farla entrare in comunicazione, brulicante, all’interno dello stesso spazio, nello stesso racconto di salvezza. Spazio scenico e drammatico che, costituito da contrappesi compositivi, tensioni prospettiche, intrecci serrati di segni, si rivolge ad uno spettatore che abbia voglia di affrontare questo viaggio alla scoperta di nuovi mondi, di farsi ingabbiare nel fitto reticolo di enigmi silenziosi, che inevitabilmente, la scelta di un percorso intrapreso suscita.